La politica economica di Orban sta rovinando il paese. Con la flat tax ha aggravato la differenza tra ricchi e poveri, riforme decisive di sanità, istruzione e poteri locali non sono state realizzate. I fondi pensione privati sono stati derubati dal governo, la disoccupazione non cala, la valuta è debole. Improvvisano, non sembrano avere chiare visioni. Governano per decreti, vasti gruppi sociali sono esclusi da ogni negoziato. L'Ungheria oggi non è democratica. E se Orban vede un pericolo continua sulla stessa strada. E governa con la polarizzazione: quando era all'opposizione diceva che solo i suoi seguaci sono ungheresi, gli altri sono traditori. All'opposizione, per servire le sue ambizioni, creò anche i cosiddetti circoli civici, in cui il partito d'estrema destra Jobbik è cresciuto. Questo clima di polarizzazione e odio distrugge le energie creative della società e spinge ognuno a sospettare del prossimo. L'incubo finirà solo se il regime cadrà.
L'Ungheria è membro di Ue e Nato, l'Europa non le sembra troppo inerte e muta davanti a quanto accade a Budapest?